Democratica, collaborativa e gratuita: sono tre delle principali caratteristiche della rivoluzione universitaria. L’università del futuro? Un luogo di apprendimento e condivisione. Gli studenti studiano insieme e imparano gli uni dell’altri, senza libri e senza insegnanti.

Potrebbe sembrare un’utopia, invece, in alcune città del mondo è già una solida realtà. Ciò garantisce non solo formazione adeguata ma anche opportunità di lavoro.

Le materie degli originali corsi? Quelle più richieste nel terzo millennio, come codifica e programmazione. E tutto ciò che serve per affrontare le sfide delle nuove tecnologie.

Rivoluzione universitaria alla Singularity University.

rivoluzione universitaria-california
Singularity University, Silicon Valley California

Tra i primi esempi riuscitissimi di Università basata su tale approccio innovativo c’è certamente la Singularity University, in California. Qui si è costruito un modello di apprendimento alternativo a quello esistente, puntando a correggere ciò che non funzionava nel sistema di istruzione tradizionale.

Così l’immaginazione prende il posto del conformismo, il confronto tra pari sostituisce le lezioni, gli studenti ottengono punti invece di voti. Proprio come in un gioco che rende tutto il processo formativo più divertente. Il che non è da sottovalutare, visto che la noia è tra le ragioni principali degli abbandoni scolastici.

In questo campus nella Silicon Valley, ogni individuo può partecipare ad esperienze altamente formative volte all’innovazione. Si possono frequentare gli eventi negli Usa, fuori dal continente americano, e seguire percorsi online.

Insomma, grazie alla Singularity University, l’accesso alla conoscenza è continuo ed ovunque. E’ lo studio che segue lo studente e non viceversa.

École 42: un progetto visionario divenuto realtà.

Non solo negli Stati Uniti: nuovi modelli di istruzione e scuola senza libri e senza insegnanti si stanno sviluppando anche in Europa.

Nel settore dell’informatica, ad esempio, è particolarmente nota École 42. Un progetto che ha stravolto completamente la formazione universitaria in Francia e che viene emulato, ora, anche in altri Paesi.

rivoluzione-universitaria-francia
École 42, Francia

Il campus è frutto della visionaria intuizione di Xavier Niel, un facoltoso uomo d’affari che ha voluto creare un impero della formazione.

Il progetto è nato, come spesso accade, da un’esigenza: il miliardario era sempre alla ricerca dei migliori talenti, ma si accorse che era piuttosto faticoso trovarli. Forse non perché non esistevano, ma perché il sistema educativo esistente non permetteva loro di venir fuori.

Così ebbe l’illuminazione: investire in una università aperta a tutti che permettesse a chiunque di coltivare il proprio talento.
È nata così École 42, una delle scuola di programmazione più ambite dagli appassionati della materia.
Non sono necessari particolari requisiti se non la logica e la motivazione.
Praticamente, qui non importa l’età, il titolo di studio, le esperienze pregresse e nemmeno la fedina penale: entrano i più bravi, talentuosi e determinati.

Nessun professore alla lavagna a spiegare teoremi o linguaggi. Gli studenti si confrontano su progetti e lavori concreti, imparando reciprocamente.
E senza spendere un euro: École 42 è completamente gratuita.

Anche ad Amsterdam la rivoluzione universitaria: Codam

Sulla scia del successo formativo e dei risultati ottenuti da École 42, qualcuno ha pensato di replicare l’esperienza anche ad Amsterdam.

rivoluzione-universitaria-amsterdam
Codam, Amsterdam

Affascinata da quanto creato da Niel, Corinne Vigreux, co-fondatrice di TomTom, ha voluto sperimentare lo stesso modello educativo nei Paesi Bassi. Così facendo ha dato vita a Codam, un college di programmazione che aiuta a modellare il futuro.

Anche qui gli studenti non studiano sui libri ma si applicano direttamente su casi reali, su progetti concreti assegnati dalle aziende.
Inoltre non vengono assegnati voti ma, come in un videogame, si passa ai livelli successivi,forti del proprio bagaglio di nuove competenze.

 

 

Ma una scuola così concepita, senza libri e senza professori, funziona? A quanto pare sì.
Ad esempio, l’80% degli studenti di École 42 trova un impiego durante l’innovativa università e addirittura il 100% si inserisce nel mondo del lavoro alla conclusione del percorso formativo.